domenica 8 gennaio 2017

qualche gioco + il pezzo nazionale

scompongo un altro, e me ne compongo
mi deduco dal mondo
faccio il mondo polpetta molliccia e castana, e mi ci impongo
chiudo una vita, la ripiglio
annetto vita, degrado mondo
divento lungo
faccio dell’altro il sé, del fuori il dentro. Lo rientro
immetto mondo nel gradiente
cefalo-caudale, lo trituro, e ne assurgo
tubo pensante.
ecco che cosa ho fatto al ristorante

Anagramma 
Riveli loro boli
Livori e bollori

Libri o rovelli
Oro, voli ribelli
O il volo orribile
Il vero libro: l'io


Disastri ambientali
Muta la muta la muta
mentre la muta
nella muta
non ha più muta.
Amara muta, amara muta, amara muta...

(la parafrasi in sinonimi non omonimi è più o meno questa: cambia la tuta da sub l'afona, mentre l'anatra nello stormo non cambia più le penne, amaro cambiamento, amaro dazio, amara moneta...)
Questo scherzo è stato inserito anche nel Dizionario dei giochi con le parole, di Giampaolo Dossena


guida sentimentale per muro da cesso
Cazzo molle, cuore duro: è indifferenza
Cazzo molle, cuore molle: è amicizia
Cazzo duro, cuore duro: è sesso
Cazzo duro, cuore molle: è amore



Il pezzo nazionale


nazionale delle frasi, alcune frasi dell’ultimo anno che alla rilettura di stamattina mi sembrano buone. la stupidità di questa operazione evidenzia una certa stupidità e ridicolaggine delle antologie in generale.
  

Se l’oggetto descritto è un baccello – forse è un baccello – è un baccello come lo descriverebbe un alieno, un protozoo, un dio mesopotamico, un prete o Bataille durante un orgasmo


a causa di un raggio di luce, la signora che stende i panni improvvisamente si inargenta


per me il mondo è una continua festa, la festa dell'essere prominente dal nulla


il sapore della vita in bocca. assaporare ogni istante, ogni spazio con la sua grana di signore che hanno fatto la spesa, di luce schiantata sul marciapiede, di suoni mescolati di traffico... tutto è appena uscito dal guscio, e luccica... e tutto è un esistito


l’uomo è forse profondamente lo zoon manikon, l’animale folle, o suscettibile di impazzire, a cui si è spalancato, nella lesione del linguaggio, il non linguistico


la massa è emersa da una propensione del nulla


la signora riusciva così a dire cose molto sorprendenti e complicate (ora per esempio forse stava chiedendo le mollette alla suocera)
 

essendo a forma di uomo (pochi peli, occhi, percezione del tempo ecc.), e essendo per varie altre ragioni classificabile come tale, esisto primariamente nello spazio meraviglioso quanto poco appariscente e spesso inavvertibile del mio linguaggio....
 

questa positività finta, proferita,  non produce nulla di positivo, è la nuova droga o la nuova propaganda del mondo.
le persone “positive” non dicono più niente della realtà, e vivono solo nel loro umore “aumentato”, dopato, indotto, fasullo (un malumore camuffato da buonumore).... si imbottiscono di neurotrasmettitori e ormoni spremuti a forza dalle ghiandole, se non acquistati in farmacia – “dicono” la loro positività, e ciò produce solo una negatività lastricata di intenzioni, come un cattivo odore mascherato dallo spray del supermercato


la finanza è una pornografia del profitto. una forma deodorata e sterilizzata di sfruttamento, in cui non si conosce il proprietario del frutto: la vittima è il sistema, non ha volto, e dunque non siamo responsabili della sua smorfia di sofferenza.
 

La poesia ha assolto dunque alla sua funzione, che è quella di depurare il corpo, di stabilizzarlo, di differirlo in una dimensione atemporale, di trasporlo in una struttura oggettiva distinta,  in cui il caos, l’instabilità, l’insensatezza del vivere trovano la loro giustificazione nell’ordine superiore della ragione poetica.
 

bambina molto poetica, se si considera che era quanto un peluche e conteneva ingente poeticità (la bambina potrebbe esplodere nel mondo, e il mondo si farebbe tutto bambina, intriso, pervaso, inzuppato di bambina)
 

supero a ogni istante il precipizio dell’aria trasparente attraversata da fasci di luce, dall’altra parte altri uomini, altra conglomerazione da macelleria di tessuti differenziati, altro accrocchio funzionante e agile di milze bulbi oculari livree lisce nevroglia, ciascuno emittente lingua, senso, enigmaticamente compartecipi di una bolla di senso.
 

questo vento del 1964 aveva impregnato i capelli della donna di varsavia e li teneva in quell’istante un po’ sospesi nel nulla di varsavia


acciambellato, avviluppato nella carne c’è il mondo. è lo stesso mondo in cui sta la carne.

a volte che non sono cretino, non sono io, ma un partecipante del senso logico
 

la città nei suoi momenti di diluzione. il caldo la rarefà. i suoi topi, i suoi occupanti, le carni mobili che circolano nelle sue cavità e intercapedini, si sono rintanati. la città vivente si è rattrappita. la città fosforica della sua luce interna. io sono questo fischiare di un mondo che passa attraverso le mie cavità - le pause nella mia massa
 

(venimmo dal confine di acqua e terra della grecia, e prima dalle pianure acquitrinose di sumeria, e prima ancora dal sobbollimento vegetale del rift, giù giù fino al mediterraneo, lungo l’aorta del nilo... morimmo nella stessa acqua, fummo spolpati dagli stessi pesci... fummo grati alla stessa fortuna... fummo i padri dei migranti che, da figli, non avremmo accolto... ci eravamo fatti qualcosa, avevamo un posto e un presente da vivere... non sapemmo più di essere fluttuazione, evanescenza, sparpagliamento,  fuga da sé... dimenticammo di essere sul bilico fra un non più e un non ancora...credemmo in noi...)
 

 

ad essere sincero, a rileggere, ne ho trovare molte altre di frasi che erano buone o più buone di queste, per cui vi invito (che significa invitare? mi dichiaro disponibile e desideroso di accogliere i vostri neuroni, vorrei li disponeste e aderiste a quella mia nevroglia dislocata che sono le mie parole... è pure un fatto erotico e amoroso alla fin fine) a leggerne qua a là qualcuno per intero....

2 commenti:

  1. siamo tutti così composti che e ricomposti di altro che quando ci sentiamo colpiti nel vivo, non possiamo che reagire in maniera scomposta.
    : )
    detto questo (che mi copio incollo per trovargli posti nella mia personale raccolta di nanoforismi), aggiungo solo una nota fisica: la massa emersa è pari al solo 10% della propensione del nulla. il senso profondo dell’iceberg sta sotto il pelo dell’acqua. e forse la finanza è più un onanismo che una pornografia del profitto. ma tutto il resto sottoscrivo, compreso l’invito finale.

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  2. già...ma la mia idea è un po' che sotto l'iceberg non ci sia niente...

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