domenica 9 aprile 2017

2 filastrocche per i bambini (2 filastrocche su niente)

beh, queste 2 filastrocche per la verità non sono né per i bambini perché troppo scipite né per gli adulti perché troppo infantili... il bello dei blog comunque è che poi si possono sempre cancellare... magari ci sarà qualche adulto che ha dei bambini che mi dirà se è il caso, o viceversa...

sono venuto a sapere (finora se ne incaricavano dei miei cugini) che siamo tutti tenuti a pagare la bolletta dell’illuminazione votiva, cioè per i cimiteri, ovviamente anche dopo che sarà venuto il momento in cui sarà piuttosto problematico farlo. se uno non ha parenti - e non avendo di meglio a cui pensare -  dovrà arrangiarsi o organizzarsi in qualche modo da solo, o forse fare una domanda di esenzione al comune. la società che se ne occupa, Flamma votiva s.r.l, dice sul sito che ha tutta una serie di certificazioni, “tali da permettere di risolvere le problematiche dei clienti assicurando, attualmente, un servizio globale di gestione degli impianti in linea con le aspettative di efficienza e continuità del servizio dei committenti/utilizzatori”.
 
La luce perpetua – I

l’eterno riposo
dona loro signore
e splenda ad essi
la luce perpetua
ma non si dimentichino
di pagare la bolletta
amen

La luce perpetua – II
 
...Flamma votiva
a me piacerebbe forse
dover pagare una luce
che ancora mi entra negli occhi...

 
spettabile
Flamma votiva s.r.l.
io la voglio pure pagare la bolletta
però la luce
ve la potete pure risparmiare
e i soldi li date ai poveri
perché tanto io non avrò
nulla da vedere dopo morto
e nemmeno gli occhi
e nemmeno il mondo
da illuminare
grazie ai vostri servizi globali
di gestione degli impianti
e nemmeno problematiche da risolvere.

spettabile Flamma votiva
certo ci sarà una lucetta
che starà nei pressi di certe 4 ossa
con un certo nome (di quell’LB)
e però e quella lucetta
e quelle 4 ossa
con me non avranno nulla a che fare
e nessuna lucetta avrà a che fare con qualcuno
perché non ci sarà nessun qualcuno
là dentro
ma solo qualcuni già esistiti, e poi disesistiti
solo qualcuni che erano qualcuno
ma ora si sono ridotti a
un nulla fluttuante come una nebbiolina
in nessun posto.

Flamma votiva
mi potreste applicare almeno una riduzione
in proporzione alla riduzione d’essere
ma è vero i calcoli saranno complicati
e interminabili

Flamma votiva
a me piacerebbe forse
dover pagare una luce
che ancora mi entra negli occhi
ancora fa il mondo
ancora lo srotola, lo distende
nel suo posto così grande
Flamma votiva

ma in attesa di questa nuova auspicabile norma
questa norma che fra l’altro risolleverebbe l’economia
la norma che non si muore
Flamma votiva
io non vedrò proprio nulla
un nulla che non è nemmeno il nulla
un nulla impagabile, inestimabile, inestinguibile

nelle more
abbi pietà degli utenti

Flamma votiva
la luce perpetua
che tu doni loro
e me
alla fine è in subappalto
del padreterno
e che ci volete fare
anche un utile d’esercizio?
 
e non è meglio che questo lavoro della luce
lo continuava a fare direttamente il titolare?
è vero che lui
non ha mai lavorato in vita sua
sta tutto il giorno senza fare niente
perché già ha tutto
e poi non ha vizi e sfizi da pagarsi
e che lavora a fare
non è nemmeno sposato
o fidanzato, che pure sono spese
per non dire della macchina, l’imu ecc
(e anzi non paga nemmeno il condominio
che là fra orecchia e compierchio sono sempre mazzate)
ma insomma un po’ di luce perpetua
l’ha sempre promessa a tutti
tanto, appunto,
è una finta promessa
perché nessuno avrà più gli occhi per consumarla,
e tanto poi chi se ne ricorda più

(che poi questa luce
questa luce perpetua
flebile
se baluginerà davvero
sarà solo
una luce di lingua
una lingua di luce)

ecco il problema del padreterno
è che lui è tutto, fa e non fa tutto
esiste l’esistito e esisterà tutto
e sempre
e io invece non sarò niente
anche quel poco che era esistito
anche quel poco si disintegrerà
si annullerà retroattivamente
totalmente
e nessuno manco
se ne ricorderà
solo tu
Flamma votiva
che mi continuerai a chiedere la bolletta
per il tuo servizio globale

grazie,
Flamma votiva
tu fai pure meglio del padreterno
è grazie a te
che sparito e dimenticato
e come si dice estinto
come scrivente, come amante, come parente
come vivente
sopravviverò
come utente

grazie
Flamma votiva
ab aeterno
in eterno
amen

 
 

Filastrocca 2 – l’ene

nella prima filastrocca cerco di esprimere il concetto del niente, in questa seconda altrettanto fiacca filastrocca, poiché mi sono proposto di adoperare rigorosamente una sola rima, costretto da uno spostamento progressivo dal significato al significante, finisco per non esprimere assolutamente niente. ecco perché mi è sembrato che potesse acquisire un qualche vago senso insieme all’altra

un monorene
pigliò l’ibrupofene
e all’improvviso
gli ricrebbe il rene
ma se ne cadde il pene.
il monorene
pensandoci bene
si ricordò che se ne
era presi ben due di ibrupofene
per cui le vene
fin troppo piene
di ibrupofene
agirono sul rene
e poi sul pene
modificando il gene.
il monorene
soffriva atroci pene
rimpiangendo le amene
fornicazioni dei tempi del pene
quando ogni sera violava un imene
e tuttavia godeva il nuovo bene
del nuovo rene.
si concedeva magnifiche cene
viaggi a micene e atene
steso su bianche rene
di spiagge circondato da sirene.
ma un giorno stufo di queste altalene
si chiese (il monorene):
è vero che sono un birene
ma infine mi conviene
questa doppiezza e tutte queste scene
se in fondo al cuore rimango monorene
con le mie pene
ed eterne catene?
decise dunque quel monorene
di reespiantarsi il rene
e riattaccarsi il pene
tanto non gliene
importava più nulla di quel rene.
meglio mangiar più lene
meglio lievi falene
che grasse balene
e tuttavia col ritrovato pene
vivere relazioni più serene.
In tal modo invecchiò quel monorene
avendo ben compreso che conviene
esser se stessi con un solo rene
più che altri birene.
 

e quest’è...
(a mio discarico... non sono nemmeno un poeta...)



P.S. mentre scrivevo e dopo aver scritto questi 2 passatempi o perditempi, avvertivo un chiaro senso di deja-lu o solo di manierato, alla maniera di valerio magrelli. sono andato a rileggere gli ultimi suoi bellissimi libri, ma non ho ritrovato il riferimento preciso della sensazione. si consideri però questo scritto una specie di d'apres o di omaggio al suo lavoro... in un'italia in cui si parla una lingua  sempre più convenzionale e fasulla, tutti dovrebbero leggere più poesia, in particolare l'unica realmente fruibile a un italiano, quella italiana, e quella di Magrelli, che è forse, nel contemporaneo, la più intensa.
piuttosto che imporre tasse e norme sempre più assurde, la comunità trarrebbe molto più beneficio, linguistico e poi sociale, civile e economico, dall'imposizione della lettura delle sue poesie... invece credo che libri come Didascalie per la lettura di un giornale, o Disturbi del sistema binario, o Sangue amaro, abbiano venduto al massimo qualche migliaio di copie, contro i 100 milioni di click ai pezzi su youtube di rovazzi...

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